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Categoria: REPORTAGE

Ni futtirunu macari a luna

Reportage siccità in Sicilia, 2024. 

“Guarda in fondo là, non ci sta nulla, ci sta solo la morte ci sta!….poi dici che i giovani partono all’estero”
. Il signor. Angelo, lo ha ripetuto durante tutto il viaggio in macchina mentre osservavamo dall’alto i terrazzamenti di Barrafranca, dove i mandorli e gli ulivi, in assenza di sistemi di irrigazione alternativi, soffrono l’assenza di pioggia da ormai due anni….e seccano. “Qui prima ci abitavano delle persone, ora non c’è più nulla” commenta, puntando il dito verso un paio di abitazioni - ormai ruderi - che furono casa per famiglie di agricoltori e allevatori tanto tempo fa. Che i paesi dell’entroterra siciliano siano luoghi in cui non ci sono più giovani, non bisognava aspettare la siccità del 2024 per scoprirlo. L’aspetto importante, però, è che la crisi dell’acqua in Sicilia – la sua scarsità e la sua mala gestione – amplifica quello che è da generazioni strutturale nelle società dei piccoli paesi del meridione: partire per lavorare altrove.

Negli ultimi anni il consorzio locale di Barrafranca ha firmato dei contratti di irrigazione che coprono solamente 100 ettari di terreno, contro i 1000 ettari coperti degli anni passati. I ¾ delle aziende che hanno chiuso o dichiarato fallimento negli ultimi anni erano intraprendenza di giovani imprenditori con piccole aziende agricole.
Come farai, come farete se il prossimo inverno non pioverà? Se il prossimo anno, come i due scorsi, non raccoglierai né grano né ceci? Come farete quando, tra un mese, finirà il pozzetto d’acqua dietro casa per abbeverare gli animali? Come avreste fatto se non vi fosse stato questo punto di approvvigionamento d’acqua per gli animali?
“Non lo so” è la risposta ricevuta in momenti diversi e da persone diverse, tutte al di sotto dei 40 anni.

Il cambiamento climatico amplifica le contraddizioni di sistema sottolineando che l’acqua non è una risorsa infinita e la sua gestione non può essere solo funzionale ad obbiettivi economici e di profitto.

A rialtà super' a fantasia

Reportage, Lampedusa 2023.

[IT]

Uno sbarco di quaranta persone; le camionette partono, l’ambulanza e il personale medico sanitario partono, ogni gruppo di lavoro nelle proprie macchine di servizio; tutti verso il molo Favaloro. La gente passa, ognuno fa cose. Ne arrivano cento, ne arrivano mille. Ne. L’estate dei record quella del 2023: 46 arrivi in un giorno a giugno, 67 ad agosto, più di 100 in un solo giorno a settembre. Appena arrivato, mi sono chiesto a cosa servissero le immagini degli arrivi da Lampedusa: solito angolo prospettico, stessa inquadratura, persone che non parlano mai direttamente con la stampa. La gente arriva, la Cp carica di gente approda al molo, dis-imbarco, autobus. La terrazza alla fine di via Roma apre sul porto e sul molo Favaloro, sulle CP, sulle navi della Guardia di Finanza.


Sarà il monopolio delle prefetture sulla gestione delle migrazioni che rende impossibile ogni incontro con le persone che arrivano senza documenti; sarà che, nel lungo periodo, lottare contro la segregazione istituzionalizzata è insostenibile così tutto questo accade – quotidianamente - e scivola via. Immagine: Palco della cerimonia per la tragedia del 3 Ottobre 2013, interventi dei superstiti, voci di liberali benpensanti criticano le politiche di non assistenza, giornalisti, NGOs. Sullo sfondo uno sbarco autonomo al favaloro di un barchino in ferro partito da Sfax; una CP con un cadavere ritrovato sugli scogli, putrefatto, senza busto.


Gli sbarchi, a Lampedusa, sono totalmente scaricati della loro quintessenza politica; appartengono, piuttosto, al dominio dell'estetica. Le immagini, nella maggior parte dei casi, non spezzano questo processo bensì lo blindano. Estetizzare il politico, fissarlo; immagini che non servono a dubitare bensì ad accettare quello che si vede. Così, in questo stesso ordine, è possibile pensare (solamente pensare) di far entrare più di 2000 persone in uno spazio pensato per crica 400 durante afose giornate d’estate; o pensare di far viaggiare per ore centinaia di persone su una nave militare riparate dal sole con delle coperte termiche! Oppure pensare che per una persona che ha appena perso sua figlia la cosa necessaria da fare è una pre-identificazione. E’ per questo che se una persona appena sbarcata arriva in hotspot e chiede “dov’è la mia stanza” è ridicola: le stanze (una certa cura), sono solo per i bianchi, ya madame! 


“A rialtà super’ a fantasia”, ossia tutto quello che vedi è normalizzato. Le immagini della serie intrecciano eventi e concetti senza rispetto cronologico. Le foto sono state realizzate durante il periodo passato a Lampedusa con l'associazione Maldusa e ne hanno accompagnato i report e le informazioni di quello che accadeva sull'isola circa gli eventi legati alla gestione della migrazione.



[FR]
Un debarquement de quarante personnes ; les camions partent, l'ambulance et le personnel médical partent, chaque équipe dans sa voiture de service ; tout le monde se dirige vers l'embarcadère de Favaloro. Les gens passent, tout le monde fait des choses. Cent personnes arrivent, mille personnes arrivent. Ne. L'été record de 2023 : 46 arrivées en un jour en juin, 67 en août, plus de 100 en un seul jour en septembre. Dès mon arrivée, je me suis demandé à quoi servaient les photos des arrivées de Lampedusa : l'angle de vue habituel, le même cadrage, des gens qui ne s'adressent jamais directement à la presse. Les gens arrivent, le Cp chargé de monde débarque à l'embarcadère, le débarquement, les bus. La terrasse au bout de la Via Roma s'ouvre sur le port et la jetée de Favaloro, le CP, les bateaux de la Guardia di Finanza.

C'est peut-être le monopole des préfectures sur la gestion des migrations qui rend impossible toute rencontre avec les personnes arrivant sans papiers ; c'est peut-être aussi parce que, à long terme, la lutte contre la ségrégation institutionnalisée n'est pas viable, que tout cela se produit - quotidiennement - et s'éclipse. Image : Scène de la cérémonie pour la tragédie du 3 octobre 2013, discours de survivants, voix de libéraux bien intentionnés critiquant les politiques de non-assistance, journalistes, ONG. En arrière-plan, un débarquement autonome à la favaloro d'une barge en fer en provenance de Sfax ; un CP avec un cadavre trouvé sur les rochers, pourri, sans torse.

Les arriveés, à Lampedusa, sont totalement vidés de leur quintessence politique ; ils appartiennent plutôt au domaine de l'esthétique. Les images, dans la plupart des cas, ne brisent pas ce processus mais le blindent. Esthétiser le politique, le fixer ; des images qui ne servent pas à douter mais à accepter ce qui est vu. Ainsi, dans ce même ordre, il est possible de penser (seulement penser) à faire entrer plus de 2000 personnes dans un espace prévu pour environ 400 personnes par des journées d'été étouffantes ; ou de penser à faire voyager des centaines de personnes pendant des heures sur un navire militaire protégé du soleil par des couvertures thermiques ! Ou de penser que pour une personne qui vient de perdre sa fille, la chose nécessaire à faire est une pré-identification. C'est pourquoi si une personne fraîchement débarquée arrive au hotspot et demande "où est ma chambre", c'est ridicule : les chambres (certains soins), sont seulement pour les blancs, ya madame !

"A rialtà super' a fantasia", c'est-à-dire que tout ce que vous voyez est normalisé. Les photos de la série entremêlent des événements et des concepts sans respect de la chronologie. Les photos ont été prises pendant mon séjour à Lampedusa avec l'association Maldusa et accompagnaient leurs rapports et informations sur ce qui se passait sur l'île en ce qui concerne les événements liés à la gestion de l'immigration.

Inestinguibilis Amor

Reportage, Catania 2024

[IT]

Sant'Agata, giovane martire e patrona di Catania, gli strapparono i seni perchè donna, perchè irremovibile e probabilmente perchè appartenente ad una famiglia di vecchi proprietari terrieri cattolici non allineati al potere dell'Impero romano.Nei giorni delle cerimonie, gli atti di devozione e le simbologie invadono le artierie della città: candelore pesanti anche fino a 900 kili, si spostano lentamente nelle vie del centro a preannunciare i giorni di festa e l'uscita delle reliquie della santa. Ceri votivi, pesanti anche più di 100 kili, vengono portati a spalla lungo via Etnea per tutta la notte come segno di devozione. Alle processioni che si alternano nei giorni e nelle arterie principali della città, si partecipa in quanto fedeli e anche in quanto appartenenti a specifici corpi sociali: ognuno dietro lo stendardo del proprio gruppo sociale di appartenenza. Simulacri del potere che si rivela col pretesto della devozione! E chu so chissi? Marciando in senso contrario alla processione, le 'ntuppettare attraversano i luoghi della città destando curiosità per molt*, scalpore per altr* riportando le iniziative di gruppi di donne al centro delle celebrazioni per la santa . "Non si danza intorno a Sant'Agata velate" si era pronunciato qualche giorno prima il vescovo, Luigi Renna in tono polemico.


“...ma una festa religiosa, che cos’è una festa religiosa in Sicilia? Sarebbe facile rispondere che è tutto... E anzi tutto una esplosione esistenziale... esplosione dell’es collettivo di un paese dove la collettività esiste soltanto a livello dell’es...

(L. Sciascia)


Inestinguilis Amor è un racconto per immagini della festa di Sant'Agata a Catania, evento pubblico in cui emergono gli elementi che fanno comunità e quelli che creano tensioni e discussioni.  



Zarzis 18/18

Reportage, Zarzis 2022

[IT] 

Per un approfondimento sul movimento di Zarzis 18/18 si può far riferimento ai reportage scritti sulle ricerche in mare dell'associaizione dei pescatori di Zarzis e le prime mobilitazioni cittadine e sullo scandalo che ha travolto il Jardin d'Afrique


[FR] 

Fin septembre 2022, 17 personnes (principalement des jeunes garçons et des jeunes filles, ainsi qu'une fillette de deux mois) ont quitté Zarzis pour se rendre dans les territoires de Schenghen. Aucune confirmation de leur arrivée n'ayant été reçue, l'association des pêcheurs de Zarzis a entamé de manière indépendante des recherches en mer et sur les côtes voisines. Entre silences institutionnels, tromperies et participation citoyenne, quatre corps parmi les 17 disparus sont retrouvés inhumés dans le cimetière des étrangers de Zarzis, où sont enterrés les corps retrouvés en mer et non identifiés.


Pendant des mois, Zarzis a été au centre de mobilisations visant à briser le silence et la négligence de la municipalité, du parquet, des hôpitaux et du cimetière des étrangers. Les revendications du mouvement Zarzis 18/18 vont traverser tout le pays, bouleversant le schéma bien-pensant-libéral-bourgeois avec lequel on parle des harraga et des morts en mer à la radio et à la télévision.


Voici les liens pour les reportages écrits et publiés lors des événements de
Zarzis 18/18 sur les premières mobilisations, le scandale du Jardin d'Afrique et l'occupation du port de commerce.



[EN]

At the end of September 2022, 17 people (mostly young boys and girls, and a two-month-old girl) set sail from Zarzis in order to reach the Schenghen territories. No confirmation of their arrival having been received, the Zarzis fishermen's association independently began the search at sea and on the neighbouring coasts. Amidst institutional silences, deception and citizen participation, four bodies among the 17 disappeared are found interred in the foreigners' cemetery in Zarzis, where the bodies found at sea and not identified are buried. For months Zarzis became the focus of mobilisations that sought to break the silence and negligence of the municipality, the public prosecutor's office, hospitals and the foreigners' cemetery.


The demands of the Zarzis 18/18 movement would cross the whole country, overturning the well-thinking-liberal-bourgeois schema with which harraga and deaths at sea were talked about on radio and television.
 



Kobânî

Reportage, Kobane 2015

Close-Up

Reportage, Choucha refugee camp 2014

[EN]

At 3 kilometers from Ra's Ajdir, the border between Tunisia and Libya, 80 people between boys and the elderly lived from what was the Choucha refugee camp. The camp was organized by the Tunisian authorities and international organizations such as the UNHCR to accommodate the 200,000 refugees due to the war in LIbia. Once the analysis of the files by the UNHCR has been completed, the field has been declared closed. In February 2015 many still lived there requesting the reopening of their files. Among the inhabitants of the camp, some were part of the collective "Voice of Choucha" whose claim was purely political: they refused any kind of residence permit in a country like Tunisia where there is no legal possibility of being recognized as a refugee. Above all they denounced the negligence of the UNHCR in having taken responsibility and having in fact abandoned them in a no-man's land 8 km from the first Tunisian city and in a semi-desert territory. What remains of the Choucha camp was evicted in June 2017. 


Choucha was one of the many moments in which State and legality, while not dealing with reality, were writhing in bureaucracies and rhetoric, opening the way to a tragic absurdity.


[FR]

À 3 kilomètres de Ra's Ajdir, frontière entre la Tunisie et la Libye, 80 personnes entre garçons et personnes âgées vivaient de ce qui était le camp de réfugiés de Choucha. Le camp a été organisé par les autorités tunisiennes et des organisations internationales telles que le HCR pour accueillir les 200 000 réfugiés en raison de la guerre en Libye. Une fois l'analyse des dossiers effectuée par le HCR, le champ a été déclaré fermé. En février 2015, beaucoup y vivaient encore et demandaient la réouverture de leurs dossiers. Parmi les habitants du camp, certains faisaient partie du collectif "Voice of Choucha" dont la revendication était purement politique: ils ont refusé tout type de permis de séjour dans un pays comme la Tunisie où il n’existait aucune possibilité légale d’être reconnu réfugié. Surtout, ils ont dénoncé la négligence du HCR d’avoir pris ses responsabilités et de les avoir abandonnés dans un no man's land à 8 km de la première ville tunisienne et dans un territoire semi-désertique. Les restes du camp de Choucha ont été expulsés en juin 2017. 


Choucha a été l’un des nombreux moments où État et légalité, bien que ne faisant pas face à la réalité, se débattaient dans la bureaucratie et la rhétorique, ouvrant la voie à une absurdité tragique.



Babbouch

Mednine, Tunisia 2014